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Stefano Zanon: il mio suono come quello di David Gilmour

Ciao a tutti. Mi chiamo Stefano, ho 22 anni, suono la chitarra elettrica da oltre 10 con una particolare passione riguardo alla qualità del suono ed ai vari effetti. Dunque….diciamo che mi sono avvicinato al mondo del rock all’età di 9 anni dopo aver sentito la versione live “Made in Japan” di Smoke on The Water, da un CD di mio zio. Per un intero anno, ricordo di aver ascoltato solamente Deep Purple.

 Stefano Zanon: il mio suono come quello di David Gilmour

La mia prima chitarra elettrica l’ho acquistata nel 2002, a 12 anni….una Sakura modello “strat” accoppiata ad un ampli di cui non ricordo neanche il nome. Dopo i primi mesi di strimpellamenti in camera mia, mi decido a prendere qualche lezione da un Maestro.

Ecco le prime fiacche alle dita, i primi calli e le prime piccole soddisfazioni.

A maggio del 2003 arriva il mio primo pedalino analogico (Boss DS-1). Il Maestro, dopo aver notato la mia ossessione per i Deep Purple, mi dice che il mio idolo di allora – Ritchie Blackmore – utilizzava una Fender Stratocaster bianca. Io non l’avevo mai sentita nominare quella chitarra, non la conoscevo…ma dopo tre mesi, avevo già un’ American Standard in mano, colore Olympic White….regalo di natale dei miei genitori e dei miei nonni.

Le mie Chitarre

Le mie Chitarre

Nella primavera successiva arriva il mio primo amplificatore valvolare usato, un Marshall JCM2000 modello DSL401, tre canali. Finalmente potevo iniziare a fare sul serio….il suono di Blackmore era ancora piuttosto lontano, ma per il mio orecchio inesperto ero più che felice già così. Cosa potevo chiedere di più, ad appena 14 anni?

In seguito, l’acquisto di un multieffetto Digitech (RP200) mi ha permesso di capire qual’è la differenza tra un distorsore ed un overdrive, e soprattutto cos’è un “chorus”, un “delay”, un “flanger” e così via. Il riverbero lo conoscevo già solo perché c’era nell’amplificatore. All’epoca infatti non sapevo nemmeno usare il computer, non avevo neppure internet, perciò mi accontentavo di sfogliare un catalogo di coloratissimi pedalini Boss cercando di capirne il contenuto. Credo proprio di averlo imparato a memoria quel libretto.

Ricordo di essere entrato in un negozio di strumenti musicali e, dopo aver provato un chorus analogico Boss CE-5, decisi all’istante di vendere il mio multieffetto “freddo e sporco” passando alla qualità dei pedalini singoli…chiaramente acquistando un pedalino alla volta, dato il loro costo!

Dopo alcuni mesi mi sono comprato anche un Overdrive, l’anno successivo un Delay, dopo un altro anno è toccato all’ Equalizzatore, in seguito Compressore, Flanger, Phaser e così via…..tutto di casa Boss. Grazie ad internet, ho poi scoperto i Jim Dunlop / MXR, gli Electro Harmonix ecc… pur restando sempre fedele ai cari pedalini colorati.

La mia pedaliera il sound di David Gilmour

La mia pedaliera

Nel frattempo avevo scoperto vari gruppi rock anni ’70: Led Zeppelin, Pink Floyd, The WHO, Queen, Eric Clapton….successivamente anche band degli anni ’80 tra cui Europe, Toto, Guns N’Roses, Dire Straits. Tutt’oggi sono i miei gruppi preferiti, infatti suono ed ascolto principalmente i loro brani, pur apprezzando moltissimi altri gruppi Rock’N’Roll, Hard Rock, Soft Rock, AOR, Progressive, Country, Blues.

Come tutti i giovanissimi musicisti, anche io a 15 anni ho fondato il mio gruppetto rock con gli amici e compagni di scuola che condividevano la mia stessa passione per il rock. Suonando insieme siamo artisticamente cresciuti…via via abbiamo iniziato a girare nei locali delle province di Varese, Como, Milano e Novara … alcuni membri se ne sono andati ed altri nuovi sono arrivati. Purtroppo non siamo negli anni ’70, ma qualche piccolo concerto riusciamo comunque a farlo ogni tanto, anche in un periodo musicalmente povero come questo.

Dopo aver ascoltato ed imitato per anni i chitarristi più famosi ed aver tentato, come tutti, ad avvicinarmi ai vari suoni, è arrivato un giorno in cui mi sono reso conto di quanto sia difficile avvicinarsi a quello di David Gilmour. Così inizio un periodo di immersione totale nei brani dei Pink Floyd, per memorizzarmi gli assoli, i vari timbri, i vari effetti, gli attacchi: segue quindi un disperato lavoro sui potenziometri della strato, dell’ampli e dei miei pedalini, che nel frattempo aumentavano….ma anche vari studi sul modo di suonare di David, sul suo tocco e sul suo modo di utilizzare la leva del vibrato.

Dopo diversi anni di prove e sconvolgimenti vari della pedaliera, finalmente ottengo dei suoni professionali. Non mi sono mai potuto permettere i costosi effetti a rack ma non è una cosa che rimpiango, anzi, mi sono sempre arrangiato con pedalini analogici e, perchè no, anche qualcuno digitale.

Dal momento che suono cover di vari gruppi, nel corso degli anni alla mia carissima Fender bianca ho affiancato anche una Gibson Les Paul Standard ed un’altra Fender Candy Cola Red che ho customizzato proprio in onore di David Gilmour, con il set EMG DG-20.

Inoltre, ho venduto il mio “piccolo” combo Marshall e sono passato ad un JCM800-2203….mostro da 100W.

Senza rendermene conto, nel frattempo avevo sviluppato un orecchio particolarmente attento ed esigente, ed anche le mie mani avevano imparato a muoversi….senza che nessuno però mi abbia insegnato, loro si muovevano di istinto. Ascoltavo i suoni di vari Guitar Heroes, e le mie mani si erano ormai abituate a riprodurli. Questa è una cosa di cui vado fiero tutt’oggi.

Avendo imparato ad avvicinarmi al sound di David Gilmour, automaticamente mi risulta parecchio più semplice ricavarmi un suono alla Slash, alla Mark Knopfler, alla Ritchie Blackmore, alla Jimmy Page… in base alle mie esigenze. Ma soprattutto, con molti meno pedali rispetto….che sollievo!

Ovviamente non mi sento un “dio del sound” e mai lo diventerò, infatti non nascondo che, molte volte, anche a me capita di odiare i miei suoni: alcuni giorni mi escono decisamente orribili, pur mantenendo le stesse identiche impostazioni del giorno precedente in cui tutto sembrava perfetto ed armonioso. Sono quelle cose che, quando ti capitano, ti fanno salire il nervoso alle stelle e ti fanno venir voglia di distruggere la chitarra contro l’amplificatore. Non sono mai riuscito a capire il perché, ma credo che sia relativo al fascino stesso della chitarra elettrica….quelle cose “pazze ed inspiegabili” che prima o poi capitano a tutti i chitarristi, da quello alle prime armi fino a quello più esperto.

L’importante è continuare a suonare, suonare e migliorare sempre. Giorno dopo giorno. Anno dopo anno.

Ad ogni modo, al termine di un concerto con la mia band, mi fa sempre piacere ricevere apprezzamenti dal pubblico, non solo sulla tecnica ma proprio sui suoni, anche da parte di chitarristi che hanno il doppio o il triplo della mia età e della mia esperienza. Ed è anche una goduria per le mie orecchie ascoltare quello che esce dalla mia 4×12.

I miei Amplificatori

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Perciò, oggi sono più che lieto di poter aiutare, con alcuni consigli, tutti quei chitarristi che hanno bisogno di qualche “dritta” a livello di strumentazione ed effetti vari.

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